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Andrea Babbini


Andrea Babbini spettacoli

La musica è sempre stata una parte importante della mia vita. Mio padre coltivava la passione per la chitarra e suonava in una Band anni 60, mio zio era un chitarrista di professione e mia zia una cantante Jazz; non di rado si riunivano tutti a casa nostra per qualche Jam Session improvvisata.

La colonna sonora della mia infanzia è stata dunque un mix tra i grandi successi della Beat Generation e le sonorità Jazz portate in dote da mia zia.

All’età di 13 anni intraprendo lo studio della Tromba e rimango subito folgorato dalla bellezza e dalla potenza di questo strumento, tanto da iscrivermi al Conservatorio per acquisirne maggiore tecnica e padronanza e contemporaneamente mi avvicino anche al pianoforte come autodidatta.

Nel frattempo arriva l’adolescenza e con essa gli anni ’80 e il loro carico di musica elettronica, punk e pop.

Non sono mai stato troppo “selettivo” nell’ascolto, mio padre mi aveva abituato a mantenere la mente aperta e un approccio positivo verso tutti i generi musicali; così mi ritrovavo ad ascoltare i Pink Floyd o i Led Zeppelin subito dopo un brano di Cher o dei Duran Duran, mentre la sera il giradischi riempiva camera mia con le note di Miles Davis, Bill Evans e Chick Corea.

La mia avventura in Radio comincia nel 1989; mi rendo subito conto che raccontare e trasmettere emozioni attraverso un microfono è meraviglioso e appagante.

Negli anni mi è capitato di condurre ogni tipo di trasmissione: dalle dediche e richieste alle classifiche, dai programmi di intrattenimento ai talk di informazione. Sono stato la voce di alcuni spot pubblicitari e ho realizzato Jingle e Liner per stazioni radio.

Conduco il DC NOTTE dal 1992; amo le contaminazioni e non mi piace dare etichette.

Il mio viaggio attraverso le sonorità del mondo è sempre volto ad attraversarne i confini, alla costante ricerca di quelle regioni del tempo e dello spazio dove i concetti di vecchio e nuovo, moderno e tradizionale, Pop, Rock, Soul, Jazz, ecc. sono solo definizioni convenzionali, perché la musica è un linguaggio universale che unisce e che sa abbattere tutte le barriere.